Al poco giorno e al gran cerchio d'ombra
son giunto, lasso, ed al bianchir de' colli,
quando si perde lo color ne l'erba:
e 'l mio disio per� non cangia il verde,
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s� � barbato ne la dura petra
che parla e sente come fosse donna.
Similemente questa nova donna
si sta gelata come neve a l'ombra:
ch� non la move, se non come petra,
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il dolce tempo che riscalda i colli
e che li fa tornar di bianco in verde
perch� li copre di fioretti e d'erba.
Quand'ella ha in testa una ghirlanda d'erba,
trae de la mente nostra ogn'altra donna:
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perch� si mischia il crespo giallo e 'l verde
si bel, ch'Amor l� viene a stare a l'ombra,
che m'ha serrato intra piccioli colli
pi� forte assai che la calcina petra.
La sua bellezza ha pi� vert� che petra,
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e 'l colpo suo non pu� sanar per erba.
ch'io son fuggito per piani e per colli,
per potere scampar da cotal donna;
e dal suo lume non mi pu� far ombra
poggio n� muro mai n� fronda verde.
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Io l'ho veduta gi� vestita a verde,
s� fatta ch'ella avrebbe messo in petra
l'amor ch'io porto pur a la sua ombra:
ond'io l'ho chesta in un bel prato d'erba
innamorata com'anco fu donna,
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e chiuso intorno d'altissimi colli.
Ma ben ritorneranno i fiumi a' colli,
prima che questo legno molle e verde
s'infiammi, come suol far bella donna,
di me; che mi torrei dormire in petra
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tutto il mio tempo e gir pascendo l'erba,
sol per veder do' suoi panni fanno ombra.
Quantunque i colli fanno pi� nera ombra,
sotto un bel verde la giovane donna
la fa sparer, com'uom petra sott'erba.
Io son venuto al punto de la rota
che l'orizzonte, quando il sol si corca,
ci partorisce il geminato cielo,
e la stella d'amor ci sta remota
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per lo raggio lucente che la 'nforca
s� di traverso che le si fa velo;
e quel pianeta che conforta il gelo
si mostra tutto a noi per lo grand'arco
nel qual ciascun di sette fa poca ombra:
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e per� non disgombra
un sol penser d'amore, ond'io son carco,
la mente mia, ch'� pi� dura che petra
in tener forte imagine di petra.
Levasi de la rena d'Etiopia
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lo vento peregrin che l'aere turba,
per la spera del sol ch'ora la scalda;
e passa il mare, onde conduce copia
di nebbia tal, che, s'altro non la sturba,
questo emisperio chiude tutto e salda;
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e poi si solve, e cade in bianca falda
di fredda neve ed in noiosa pioggia,
onde l'aere s'attrista tutto e piagne:
e Amor, che sue ragne
ritira in alto pel vento che poggia,
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non m'abbandona, s� � bella donna
questa crudel che m'� data per donna.
Fuggito � ogne augel che l' caldo segue
del paese d'Europa, che non perde
le sette stelle gelide unquemai;
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e li altri han posto a le lor voci triegue
per non sonarle infino al tempo verde,
se ci� non fosse per cagion di guai;
e tutti li animali che son gai
di lor natura, son d'amor disciolti,
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per� che 'l freddo lor spirito ammorta:
e 'l mio pi� d'amor porta;
ch� li dolzi pensier non mi son tolti
n� mi son dati per volta di tempo,
ma donna li mi d� c'ha picciol tempo.
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Passato hanno lor termine le fronde
che trasse fuor la vert� d'Ariete
per adornare il mondo, e morta � l'erba;
ramo di foglia verde a noi s'asconde
se non se in lauro, in pino o in abete
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o in alcun che sua verdura serba;
e tanto � la stagion forte ed acerba,
c'ha morti li fioretti per le piagge,
li quai non poten tollerar la brina:
e la crudele spina
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per� Amor di cor non la mi tragge;
per ch'io son fermo di portarla sempre
ch'io sar� in vita, s'io vivesse sempre.
Versan le vene le fummifere acque
per li vapor' che la terra ha nel ventre,
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che d'abisso li tira suso in alto;
onde cammino al bel giorno mi piacque
che ora � fatto rivo, e sar� mentre
che durer� del verno il grande assalto;
la terra fa un suol che par di smalto,
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e l'acqua morta si converte in vetro
per la freddura che di fuor la serra:
e io de la mia guerra
non son per� tornato un passo a retro,
n� vo' tornar; ch� se 'l martiro � dolce,
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la morte de' passare ogni altro dolce.
Canzon, or che sar� di me ne l'altro
dolce tempo novello, quando piove
amore in terra da tutti li cieli,
quando per questi geli
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amore � solo in me, e non altrove?
Saranne quello ch'� d'un uom di marmo,
se in pargoletta fia per core un marmo.
Amor, tu vedi ben che questa donna
la tua vert� non cura in alcun tempo,
che suol de l'altre belle farsi donna;
e poi s'accorse ch'ell'era mia donna
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per lo tuo raggio ch'al volto mi luce,
d'ogni crudelit� si fece donna;
s� che non par ch'ell'abbia cor di donna,
ma di qual fiera l'ha d'amor pi� freddo:
ch� per lo tempo caldo e per lo freddo
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mi fa sembiante pur come una donna
che fosse fatta d'una bella petra
per man di quei che me' intagliasse in petra.
Ed io, che son costante pi� che petra
in ubidirti per bielt� di donna,
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porto nascoso il colpo de la petra,
con la qual tu mi desti come a petra,
che t'avesse innoiato lungo tempo,
tal che m'and� al core ov'io son petra.
E mai non si scoperse alcuna petra
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o da splendor di sole o da sua luce,
che tanta avesse n� vert� n� luce
che mi potesse atar da questa petra,
s� ch'ella non mi meni col suo freddo
col� dov'io sar� di morte freddo.
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Segnor, tu sai che per algente freddo
l'acqua diventa cristallina petra
l� sotto tramontana ov'� il gran freddo,
e l'aere sempre in elemento freddo
vi si converte, s� che l'acqua � donna
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in quella parte per cagion dd freddo:
cos� dinanzi dal sembiante freddo
mi ghiaccia sopra il sangue d'ogne tempo
e quel pensiero che m'accorcia il tempo
mi si converte tutto in corpo freddo,
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che m'esce poi per mezzo de la luce
l� ond'entr� la dispietata luce.
In lei s'accoglie d'ogni bielt� luce:
cos� di tutta crudeltate il freddo
le corre al core, ove non va tua luce:
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per che ne li occhi s� bella mi luce
quando la miro, ch'io la veggio in petra,
e po' in ogni altro ov'io volga mia luce.
Da li occhi suoi mi ven la dolce luce
che mi fa non caler d'ogn'altra donna:
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cos� foss'ella pi� pietosa donna
ver me, che chiamo di notte e di luce,
solo per lei servire, e luogo e tempo.
N� per altro disio viver gran tempo.
Per�, Vert� che se' prima che tempo,
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prima che moto o che sensibil luce,
increscati di me, c'ho s� mal tempo;
entrale in core omai, ch� ben n'� tempo,
s� che per te se n'esca fuor lo freddo
che non mi lascia aver, com'altri, tempo:
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ch� se mi giunge lo tuo forte tempo
in tale stato, questa gentil petra
mi vedr� coricare in poca petra,
per non levarmi se non dopo il tempo,
quando vedr� se mai fu bella donna
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nel mondo come questa acerba donna.
Canzone, io porto ne la mente donna
tal che, con tutto ch'ella mi sia petra,
mi d� baldanza, ond'ogni uom mi par freddo:
s� ch'io ardisco a far per questo freddo
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la novit� che per tua forma luce,
che non fu mai pensata in alcun tempo.
Cos� nel mio parlar voglio esser aspro
com'� ne li atti questa bella petra,
la quale ognora impetra
maggior durezza e pi� natura cruda,
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e veste sua persona d'un diaspro
tal che per lui, o perch'ella s'arretra,
non esce di faretra
saetta che gi� mai la colga ignuda;
ed ella ancide, e non val ch'om si chiuda
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n� si dilunghi da' colpi mortali,
che, com'avesser ali,
giungono altrui e spezzan ciascun'arme:
s� ch'io non so da lei n� posso atarme.
Non trovo scudo ch'ella non mi spezzi
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n� loco che dal suo viso m'asconda;
ch�, come fior di fronda,
cos� de la mia mente tien la cima.
Cotanto del mio mal par che si prezzi,
quanto legno di mar che non lieva onda;
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e 'l peso che m'affonda
� tal che non potrebbe adequar rima.
Ahi angosciosa e dispietata lima
che sordamente la mia vita scemi,
perch� non ti ritemi
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s� di rodermi il core a scorza a scorza
com'io di dire altrui chi ti d� forza?
Che pi� mi triema il cor qualora io penso
di lei in parte ov'altri li occhi induca,
per tema non traluca
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lo mio penser di fuor s� che si scopra,
ch'io non fo de la morte, che ogni senso
co li denti d'Amor gi� mi manduca:
ci� � che 'l pensier bruca
la lor vert� s� che n'allenta l'opra.
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E' m'ha percosso in terra, e stammi sopra
con quella spada ond'elli ancise Dido,
Amore, a cui io grido
merz� chiamando, e umilmente il priego:
ed el d'ogni merz� par messo al niego.
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Egli alza ad ora ad or la mano, e sfida
la debole mia vita, esto perverso,
che disteso a riverso
mi tiene in terra d'ogni guizzo stanco:
allor mi surgon ne la mente strida;
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e 'l sangue, ch'� per le vene disperso,
fuggendo corre verso
lo cor, che 'l chiama; ond'io rimango bianco.
Elli mi fiede sotto il braccio manco
s� forte che 'l dolor nel cor rimbalza:
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allor dico: "S'elli alza
un'altra volta, Morte m'avr� chiuso
prima che 'l colpo sia disceso giuso".
Cos� vedess'io lui fender per mezzo
lo core a la crudele che 'l mio squatra;
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poi non mi sarebb'atra
la morte, ov'io per sua bellezza corro:
ch� tanto d� nel sol quanto nel rezzo
questa scherana micidiale e latra.
Om�, perch� non latra
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per me, com'io per lei, nel caldo borro?
ch� tosto griderei: "Io vi soccorro";
e fare'l volentier, s� come quelli
che nei biondi capelli
ch'Amor per consumarmi increspa e dora
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metterei mano, e piacere'le allora.
S'io avessi le belle trecce prese,
che fatte son per me scudiscio e ferza,
pigliandole anzi terza,
con esse passerei vespero e squille:
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e non sarei pietoso n� cortese,
anzi farei com'orso quando scherza;
e se Amor me ne sferza,
io mi vendicherei di pi� di mille.
Ancor ne li occhi, ond'escon le faville
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che m'infiammano il cor, ch'io porto anciso,
guarderei presso e fiso,
per vendicar lo fuggir che mi face;
e poi le renderei con amor pace.
Canzon, vattene dritto a quella donna
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che m'ha ferito il core e che m'invola
quello ond'io ho pi� gola,
e dàlle per lo cor d'una saetta,
ch� bell'onor s'acquista in far vendetta.